
I pazienti oncologici e quelli sottoposti a cure palliative soffrono frequentemente di complessi cluster sintomatici, tra cui dolore, nausea e vomito indotti dalla chemioterapia (CINV), anoressia, cachessia, ansia, depressione e disturbi del sonno. Questi sintomi riducono significativamente la qualità della vita e spesso non sono completamente controllati dai trattamenti convenzionali. La cannabis medica, attraverso l’interazione con il sistema endocannabinoide (ECS), offre una promettente strategia farmacologica multi-target per il sollievo sintomatico.
Gestione dei Sintomi nel Cancro e nelle Cure Palliative
La cannabis medica non ha un effetto modificante sulla malattia in ambito oncologico, ma può offrire un beneficio sintomatico clinicamente rilevante in diversi ambiti:
Gestione del Dolore
I cannabinoidi esercitano effetti analgesici attraverso i recettori CB1 nel sistema nervoso centrale e i recettori CB2 sulle cellule immunitarie, modulando i percorsi del dolore nocicettivo e infiammatorio. Nel dolore oncologico avanzato, le formulazioni contenenti THC hanno mostrato un’efficacia paragonabile a quella degli oppioidi a dosi moderate e possono avere un potenziale di risparmio di oppioidi, riducendo il carico cumulativo di questi ultimi senza il rischio di depressione respiratoria [1].
Nausea e Vomito
Il THC ha dimostrato proprietà antiemetiche attraverso l’attivazione dei recettori CB1 nel complesso vagale dorsale e nel tratto gastrointestinale. Sebbene gli antagonisti dei recettori 5-HT3 restino la prima linea di trattamento, i cannabinoidi possono essere efficaci nei casi refrattari di CINV. Una revisione sistematica delle revisioni sistematiche supporta il loro impiego come trattamento di terza linea o aggiuntivo quando le opzioni convenzionali falliscono [2].
Stimolazione dell’Appetito e Cachessia
La cachessia colpisce fino all’80% dei pazienti con cancro avanzato, contribuendo a una scarsa funzionalità e a una maggiore mortalità. L’attivazione dei recettori CB1 è nota per stimolare l’appetito e promuovere l’accumulo di energia. Studi clinici su THC e cannabinoidi sintetici (es. dronabinol, nabilone) mostrano miglioramenti modesti nell’appetito e nella stabilizzazione del peso, sebbene la qualità complessiva delle prove rimanga bassa [3]. Alcuni rapporti suggeriscono anche un miglioramento dell’assunzione nutrizionale e della qualità della vita.
Disturbi dell’Umore e del Sonno
Ansia, depressione e insonnia correlate al cancro sono comuni e influiscono fortemente sul benessere. Il CBD mostra proprietà ansiolitiche, antinfiammatorie e neuroprotettive, probabilmente attraverso la modulazione dei recettori 5-HT1A e la soppressione delle citochine. Il THC può fornire effetti sedativi e migliorare l’umore, particolarmente utili nel contesto palliativo. Le evidenze supportano miglioramenti nella latenza e nella continuità del sonno, sebbene il dosaggio richieda cautela a causa dei possibili effetti psichiatrici [1].
Applicazione Clinica e Sicurezza
I prescrittori dovrebbero seguire l’approccio “Iniziare con basse dosi e aumentare lentamente” (Start Low and Go Slow – SLGS), soprattutto nei pazienti con poca o nessuna esposizione ai cannabinoidi. È consigliata una titolazione iniziale con CBD, seguita da una graduale introduzione di THC a basso dosaggio (es. incrementi di 1 mg ogni 3–7 giorni), per bilanciare efficacia e tollerabilità.
Effetti collaterali includono:
- Lievi: affaticamento, secchezza delle fauci, cefalea, letargia e sonnolenza
- Meno comuni: euforia, ansia o tachicardia — spesso dose-dipendenti e reversibili
Il monitoraggio è essenziale, soprattutto nei pazienti anziani o fragili o in soggetti con funzionalità epatica compromessa. È importante prestare particolare attenzione nei pazienti che assumono farmaci che influenzano il metabolismo dei cannabinoidi o che possono causare alterazioni della concentrazione. Va inoltre considerata attentamente la politerapia negli adulti più anziani.
Vie di Somministrazione Preferite
Tra i pazienti oncologici, gli oli o le capsule orali sono preferiti grazie a:
- Cinestica controllata e prevedibile
- Durata d’azione più lunga
- Idoneità al controllo prolungato dei sintomi in ambito palliativo [4]
Esperienza del Paziente
Uno studio trasversale danese ha riportato che il 13% dei pazienti oncologici utilizzava cannabis, principalmente per gestire dolore, nausea e insonnia.
- Il 77% ha riferito un miglioramento dei sintomi (principalmente nausea e sonno)
- Il 33% ha riportato effetti collaterali
Questi dati sottolineano la necessità di una guida clinica e della supervisione del medico [4].
Conclusione
La cannabis medica rappresenta un’opzione aggiuntiva e focalizzata sui sintomi nell’oncologia e nelle cure palliative. Sebbene non sostituisca le terapie standard, può migliorare la qualità della vita nei pazienti con sintomi refrattari. L’integrazione nei percorsi di cura dovrebbe basarsi su evidenze cliniche, profili di rischio individuali e un confronto informato con il paziente. Sono necessari ulteriori studi randomizzati controllati per ottimizzare la selezione dei cannabinoidi, il dosaggio e gli algoritmi terapeutici in questo ambito.
References
- Roychoudhury P, Kapoor AK, Walsh D, Cortes H, Clarke H. State of the science: cannabis and cannabinoids in palliative medicine—the potential. BMJ Supportive & Palliative Care. 2021.
2. Tafelski S, Häuser W, Schäfer M. Efficacy, tolerability, and safety of cannabinoids for chemotherapy-induced nausea and vomiting: a systematic review of systematic reviews. Der Schmerz. 2016;30:14–24.
3. Hammond S, Erridge S, Mangal N, Pacchetti B, Sodergren MH. The Effect of Cannabis-Based Medicine in the Treatment of Cachexia: A Systematic Review and Meta-Analysis. Cannabis and Cannabinoid Research. 2021.
4. Nielsen SW, Ruhlmann CH, Eckhoff L, et al. Cannabis use among Danish patients with cancer: a cross-sectional survey of sociodemographic traits, quality of life, and patient experiences. Supportive Care in Cancer. 2021.